Quanto la componente emotiva e del nostro inconscio può avere un ruolo determinante nella comparsa di malesseri idiopatici dell’apparato scheletrico.
C’è una spiegazione per cui un malessere non trovi una motivazione clinica? Le tensioni dell’apparato muscolo-scheletrico che non hanno una causa apparente come possono essere spiegati? Ha senso ancora oggi parlare di un malessere concentrandoci solo sulla sua zona di manifestazione? In questo articolo cercherò di spiegarti come un uomo sia la risultante dell’interazione di diversi elementi che cooperano tra di loro e che possono perpetrare uno squilibrio in tutto il nostro organismo.
Indice
- L’essere umano
- La rappresentazione più profonda di noi stessi
- La scoliosi
- I riferimenti spaziali e genitoriali
L’essere umano
L’essere umano non può essere suddiviso in parti separate l’una dall’altra quando sia necessaria l’interpretazione dei sintomi di un malessere che lo affligge. Tutti gli elementi che costituiscono il nostro corpo cooperano tra loro per garantire l’omeostasi ed ognuno di loro è coinvolto in questo processo e quindi partecipe rispetto ad un percorso di guarigione, o di degenerazione. Anche se dolori e tensioni si palesano più frequentemente a livello dell’apparato muscolo-scheletrico, nella maggior parte dei casi si tratta solo dell’ultimo stadio di uno squilibrio di cui la causa è da ricercare a livello più profondo e che in molti casi ha un’origine emozionale.
La rappresentazione più profonda di noi stessi
Lo scheletro e le ossa rappresentano, oltre che la nostra impalcatura strutturale, anche la nostra costruzione architettonica interiore. Dolori e tensioni a livello osseo ci comunicano la nostra sofferenza nelle convinzioni della vita. La maggior parte di queste condizioni sono inconsce e rappresentano ciò su cui ci appoggiamo inconsapevolmente e costantemente nella vita quotidiana. Le credenze che abbiamo ereditato dalla nostra cultura, così come quelle più individuali, fanno parte di questi archetipi. Le ossa sono quanto di più profondo esiste nel nostro corpo, ciò intorno al quale tutto è costruito e ciò su cui tutto si regge. Rappresentano inoltre ciò che vi è di più solido in noi. Esse ospitano il midollo osseo e simboleggiano quindi ciò che vi è di più profondo in noi, nel nostro inconscio e ne costituiscono la struttura architettonica.
Quando siamo fortemente turbati, scossi nelle nostre convinzioni profonde nei confronti della vita, di ciò che crediamo essa debba essere, la nostra struttura ossea lo manifesterà attraverso una sofferenza o un disagio. Raramente viene attaccato l’intero scheletro, ma lo squilibrio tende a localizzarsi in una zona specifica e ogni volta il significato del messaggio sarà direttamente in relazione con tale struttura. Il tema del malessere sarà comunque profondo, strutturale e legato ad una o più credenze fondamentali che il vissuto della persona sta andando ad intaccare.

“Quando siamo fortemente turbati, scossi nelle nostre convinzioni profonde nei confronti della vita, di ciò che crediamo essa debba essere, la nostra struttura ossea lo manifesterà attraverso una sofferenza o un disagio”
La scoliosi
Uno degli esempi più significativi di questo squilibrio strutturale è la scoliosi. Questa deformazione della colonna vertebrale affligge i bambini durante il periodo della crescita e si arresta sempre al termine della pubertà. La fase di crescita di un bambino avviene quando si dirige verso il mondo adulto e abbandona il mondo dell’infanzia. La sua crescita fisica si attua attraverso quella della sua colonna vertebrale, la quale si sviluppa tra due assi ben definiti che sono il bacino e le spalle. Il fenomeno della scoliosi è quello di una colonna che cresce tra questi due poli mentre questi restano ad una uguale distanza l’uno dall’altro.
I riferimenti spaziali e genitoriali
Le spalle, che costituiscono l’asse yang del corpo e quello dell’azione, sono la rappresentazione della figura paterna, mentre le anche, che sono l’asse yin del corpo e quello della relazione, sono la rappresentazione della figura materna. Si tratta dei due riferimenti spaziali inconsci che il bambino ha del suo “posto” e di quello dei suoi “genitori”, che siano reali o simbolici. Se il mondo degli adulti non soddisfa il bambino, il suo desiderio di spostare i suoi riferimenti per raggiungere i loro sparirà e si verificherà il rifiuto di questo mondo per nulla soddisfacente. Sceglierà allora inconsciamente di restare nel mondo dell’infanzia. Le linee di spalle e bacino resteranno quindi alla stessa altezza, mentre la colonna vertebrale continuerà a crescere obbligata ad inserirsi come può tra questi due punti.

La seconda caratteristica della scoliosi è che si arresta sempre al termine della pubertà. Questo periodo rappresenta per il bambino il momento in cui misura i suoi affetti in rapporto al mondo che lo circonda, in cui verifica la sua capacità di trovare un posto, di farsi riconoscere e amare. Quando avrà trovato questo posto, non avrà più necessità di inchiodare i suoi riferimenti e potrà lasciare che si muovano nuovamente.