La Lesione Muscolare
La Lesione Muscolare

La Lesione Muscolare

La Lesione Muscolare. Quali possono essere le possibili cause e i migliori metodi di prevenzione e trattamento.

In questo articolo ti parlerò di una condizione che può affliggere l’apparato muscolare, nella maggioranza dei casi in soggetti sportivi, ma che può coinvolgere anche persone che non praticano alcuna attività, La Lesione Muscolare.

Indice
Diversi nomi per una sola lesione

La Lesione Muscolare viene descritta generalmente con i termini “distrazione”, “stiramento”, o “strappo”. Questo è però un modo non corretto di indicare vari gradi della medesima lesione caratterizzata dalla rottura di un numero variabile di fibre contrattili del muscolo scheletrico.

Le cause di una Lesione Muscolare

La Lesione Muscolare può verificarsi a seguito di una Contusione, quindi da un trauma diretto, o essere la conseguenza di un allungamento del muscolo protratto nel tempo e che supera il limite della sopportazione fisiologica. Questo porta nella posizione di protagonisti loro malgrado soprattutto i soggetti che praticano attività sportiva e che quindi hanno una maggior probabilità di essere coinvolti in traumi da contatto o derivanti da una cattiva preparazione o da uno sforzo fisico eccessivo. Possono essere sfortunati attori del medesimo film anche soggetti non necessariamente impegnati in pratiche sportive, ma che fanno lavori che costringono in sforzi fisici importanti o dove è presente il rischio di traumi da contatto con arnesi e materiali vari.

I gradi di una Lesione Muscolare

Le lesioni muscolari vengono classificate, dal punto di vista medico, proprio in rapporto all’entità del danno anatomico:

  • Lesione Muscolare di primo grado.

In questo tipo di lesione sono danneggiate solo poche fibre muscolari ed il danno anatomico è modesto. Se si è occupati in una pratica sportiva, il dolore compare spesso solo alla fine dell’impegno e, a volte, persino il giorno seguente. La caratteristica del dolore, comunque localizzato al ventre muscolare, è quella di accentuarsi con la contrazione attiva e con lo stiramento passivo del muscolo stesso. La diagnosi si pone interrogando l’atleta sui tempi di comparsa del dolore e verificando, con molta cautela, l’accentuazione dello stesso nella contrazione e nello stiramento del muscolo interessato. La terapia si basa sul riposo (generalmente dai 5-7 giorni), sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori e miorilassanti (su indicazione medica) e sulla graduale ripresa dell’attività sportiva.

  • Lesione Muscolare di secondo grado.

E’ la forma di media gravità ed interessa un numero maggiore di fibre muscolari.
Il dolore è molto più acuto e compare durante una violenta contrazione del muscolo, con una sensazione di “allungamento” del muscolo stesso; è accompagnata in parte da un’accentuata “impotenza funzionale” (difficilmente gli atleti riescono a terminare la gara, differentemente alla fine della stessa la sintomatologia dolorosa peggiora).
Le caratteristiche del dolore sono simili a quelle della lesione di 1° grado anche se più gravi.
La terapia prevede un periodo di riposo più lungo (15-25 giorni) ed un’accurata rieducazione funzionale prima della ripresa dell’attività sportiva specifica. Sono utili i preparati antinfiammatori e miorilassanti e le pomate contenenti eparina, sempre su indicazione medica, applicate per impacco, quindi senza massaggiare la zona, allo scopo di favorire il riassorbimento dell’ematoma.

  • Lesione Muscolare di terzo grado.

L’alto numero di fibre muscolari colpite in questo grado di lesione muscolare comporta la “soluzione di continuità” anatomica del muscolo, percepibile alla palpazione come uno “scalino” nel contesto del ventre muscolare. Il dolore violentissimo determina una completa impotenza funzionale e si rende sempre evidente un ematoma, dolente alla palpazione. La terapia si basa essenzialmente su un lungo periodo di riposo (30 giorni). La ripresa dell’attività atletica deve essere estremamente cauta: talvolta la voluminosa cicatrice presente può essere fonte di dolore per lungo tempo. La forma più grave di lesione muscolare, la rottura completa di un ventre muscolare, richiede un trattamento chirurgico entro i primissimi giorni. Occorre sottolineare che la prognosi delle lesioni muscolari acute più gravi è da considerarsi riservata per quanto riguarda il pieno recupero sportivo, anche quando venga instaurato un trattamento terapeutico corretto: importantissima è la prevenzione di questi traumi, da ottenere con adeguata preparazione fisica, riscaldamento accurato della muscolatura, stretching preparatorio e defaticante.

La terapia per la Lesione Muscolare

Le terapie che in generale possono essere utilizzate per tutti i gradi di Lesione Muscolare acuta partono da un’opportuna applicazione di ghiaccio sulla sede della lesione per diminuire l’eventuale fuoriuscita di sangue e l’edema reattivo ed ottenere quindi tempi di guarigione più brevi. La crioterapia non deve avere durata eccessiva (non oltre le 24-48 ore, in base alla gravità del trauma), per evitare il pericolo di aumento della consistenza dell’ematoma, da cui deriverà un allungamento dei tempi di recupero e talvolta residui calcifichi nell’ambito del ventre muscolare interessato dal trauma.
E’ assolutamente da evitare qualunque forma di massaggio o di manipolazione. Questi interventi sono controindicati poiché determinano l’evoluzione dell’ematoma verso l’ossificazione intramuscolare circoscritta, nonché l’evoluzione della stessa.
Dopo la cicatrizzazione della lesione (da verificare preferibilmente con un esame ecografico) è opportuno rieducare la muscolatura mediante esercizi di allungamento (stretching) e di tecniche manuali, come ad esempio la manovra di frizione, allo scopo di elasticizzare, per quanto possibile, il tessuto di riparazione. Non si devono accelerare mai i tempi di recupero, in quanto, nonostante tutte le possibili precauzioni, la presenza di una cicatrice fibrosa, cosi diversa funzionalmente dal tessuto muscolare dal punto di vista della contrattilità, elasticità e minore resistenza meccanica, espone all’eventualità di recidive.

Gli effetti di una Lesione Muscolare

Nel caso la lesione sia causata da un trauma diretto, una torsione, o una trazione, l’effetto immediato è il danno degli elementi strutturali del tessuto, quali fibre muscolari, collagene o elastina , accompagnato da una rottura di capillari, arteriole o venule.
L’entità del sanguinamento dipende dalla vascolarizzazione del tessuto, infatti, poiché il muscolo è molto più vascolarizzato rispetto ad un tendine o un legamento, esso è maggiormente soggetto ad un intenso sanguinamento. Difatti, il flusso sanguigno muscolare varia notevolmente durante l’esercizio fisico a causa della dilatazione del letto capillare e di un aumento della pressione di perfusione. E’ fondamentale ridurre al minimo il sanguinamento nei tessuti dal momento che il sangue agisce come un fattore irritante e può incrementare l’intensità della flogosi; inoltre, gli elementi cellulari e la fibrina del sangue devono essere rimossi per favorire la risoluzione della lesione, infatti , quanto è maggiore la quantità di sangue stravasato, tanto più la risoluzione della lesione si verifica con ritardo. Di fondamentale importanza sarà eseguire immediatamente un bendaggio compressivo

Il danno cellulare, tissutale e vascolare, qualsivoglia sia la causa, dà inizio alle reazioni dell’infiammazione acuta. Inizialmente si verifica una transitoria costrizione arteriolare che è seguita da una vasodilatazione di arteriole e venule, che apre il letto capillare e causa una diffusa iperemia. Questa fase può ultimarsi in tempi compresi tra i dieci minuti e alcune ore, in base all’estensione del danno tissutale. Il flusso sanguigno in tale area può incrementarsi fino a dieci volte rispetto a quello normale. Successivamente, il letto capillare diviene permeabile a liquidi e alle macromolecole.
La vasodilatazione, e la perdita di liquidi all’interno del tessuto, dà origine alla formazione di un essudato infiammatorio ricco di proteine e allo stesso tempo si verifica un rallentamento del flusso ematico ed i leucociti si dispongono sulla superficie interna del lume vascolare. Successivamente essi migrano attivamente attraverso le pareti vascolari e nei tessuti richiamati da stimoli chemiotattici provenienti dalla regione interessata dal danno tissutale.
Alla fine di questa fase, che può concludersi tra le 24 e le 48 ore, gli spazi extravascolari sono distesi da liquidi, fibrina e cellule derivate dalla reazione flogistica acuta. I vasi danneggiati dalla lesione primitiva vengono successivamente obliterati da tappi piastrinici e fibrinici, ma il sangue stravasato è ancora presente all’interno dei tessuti. Il letto capillare linfatico si presenta anch’esso dilatato dall’edema tissutale, e drena una certa parte del liquido extravascolare.

Clinicamente, sono presenti , in tale fase, i segni cardinali della flogosi, cioè calor, rubor, dolor, tumor e functio lesa.
Il calore la tumefazione ed il rossore sono dovuti alle alterazioni vascolari e alla presenza di essudato infiammatorio, il dolore è causato dall’aumento della tensione tissutale. La perdita della funzione è legata in parte ai riflessi di ordine nervoso e in parte all’edema che meccanicamente impediscono i movimenti. Questa complessa sequenza di eventi che realizzano il quadro clinico della flogosi acuta ha un significato di vitale importanza sebbene a prima vista possa sembrare dannosa.
Essa infatti localizza e diluisce sostanze potenzialmente pericolose, mobilizza cellule fagocitarie nella sede del danno con il compito di fagocitare detriti necrotici facilitate nel movimento dal reticolo di fibrina formatosi negli spazi intercellulari e incrementa il flusso sanguigno locale in modo che l’ossigeno e sostanze nutritizie siano presenti in abbondanza, facilitando così i processi successivi di risoluzione e riparazione.

La prevenzione della Lesione Muscolare

Il modo migliore di evitare una Lesione Muscolare non derivante da trauma diretto, è certamente la prevenzione. Soprattutto per quanto riguarda quei soggetti che praticano attività fisica, sia a livello agonistico che amatoriale, è fondamentale effettuare un buon riscaldamento prima di iniziare l’attività, che prepari gradualmente la muscolatura ad affrontare lo sforzo. Sarà inoltre molto importante effettuare esercizi di allungamento della muscolatura al termine dell’attività in modo da allentare le tensioni che si saranno accumulate e riportare gradualmente, ma nel modo migliore, i muscoli nella condizione fisiologica di riposo. La prevenzione passa anche dalla percezione del proprio corpo: soprattutto per chi pratica sport a livello amatoriale, è importante ascoltare i segnali che il corpo invia durante l’attività interrompendo immediatamente quando si avverte che qualcosa non va. Questo eviterà conseguenze importanti che potrebbero costringere ad un riposo molto lungo, o, nella peggiore delle ipotesi, ad un intervento. Un alleato importante in tal senso è senz’altro il Massaggio Terapeutico Sportivo al quale sottoporsi periodicamente per mantenere la muscolatura sempre elastica e permettere un intervento immediato quando presente una contrattura. Si potrà utilizzare poi appena prima la competizione sportiva per riscaldare e preparare al meglio la muscolatura evitando così infortuni e subito dopo per alleggerire le tensioni accumulate e accelerare il recupero.

Conclusioni

Adesso hai compreso cosa si intende quando si parla di Lesione Muscolare. Ora sai quali sono le condizioni predisponenti e conosci come effettuare una corretta prevenzione. Ora sta a te fare tesoro di queste informazioni e rivolgerti al professionista giusto.

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